Perché il salario minimo è così controverso in Italia?

SALARIO MINIMO. COSA E'

Il salario minimo è una retribuzione oraria minima garantita per i lavoratori. In Italia non esiste ancora una legge che lo stabilisca, ma ci sono delle proposte in discussione in parlamento. Una di queste prevede un salario minimo di 9 euro lordi all’ora. Secondo la direttiva Ue, il salario minimo dovrebbe essere almeno il 60% del salario mediano, che in Italia sarebbe circa 1.250 euro al mese.



LA DIRETTIVA UE SUL SALARIO MINIMO

In linea con il Pilastro 6 del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, la Direttiva UE sul salario minimo (n. 2022/2041) punta a garantire ai lavoratori dell’Unione un salario minimo adeguato. Ogni Stato membro dovrà tenere conto delcosto della vita e dei più ampi livelli di retribuzione (dunque, prestando attenzione alle differenziazioni territoriali e salariali specifiche di ogni Stato). L’art. 25 della Direttiva afferma che ciascuno Stato membro con un tasso di copertura della contrattazione collettiva inferiore all’80% è tenuto ad adottare misure volte a rafforzarla. Questo perché gli Stati membri con un’elevata copertura della contrattazione collettiva tendono ad avere una più bassa percentuale di lavoratori a basso salario. Pertanto, nel rispetto della contrattazione collettiva e delle parti sociali, la soglia inferiore all’80% – secondo quanto riportato dalla Direttiva – dovrebbe essere interpretata come un indicatore che fa “scattare” l’obbligo di elaborare un Piano d’Azione. Al contrario, se la soglia è superiore all’80%, tale obbligo non sussiste.

IL CONTESTO ITALIANO

L’Italia rientra – insieme ad Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia – tra i Paesi che non hanno un salario minimo stabilito per legge. Il nostro Paese non è obbligato ad implementare il salario minimo poiché ha un tasso di copertura della contrattazione collettiva superiore all’80%. Resta però il fatto che 1 lavoratore su 4 guadagna meno del Reddito di Cittadinanza e il fenomeno della povertà lavorativa è in crescita, in un contesto che continua a peggiorare a causa dell’inflazione. Quindi l’introduzione di una simile misura è auspicata da più parti, ma numerose sono anche le voci contrarie a questa scelta.

LA POSIZIONE DEI PARTITI

I partiti italiani, alla maggioranza e all’opposizione, hanno espresso posizioni differenti sull’introduzione di un salario minimo. Lo stesso si può dire per i sindacati e le associazioni datoriali. Nei programmi elettorali per le elezioni 2022, il Movimento 5 Stelle aveva parlato esplicitamente della necessità di introdurre un salario minimo a 9 euro. Il programma del Partito Democratico diceva di voler applicare il salario minimo previsto dalla Direttiva europea (che, tuttavia, non prescrive l’obbligo) e citava poi “un salario minimo non inferiore a circa 9 euro lordi orari”. Anche Italia Viva e Azione si sono sempre dichiarati favorevoli alla misura. Il Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia nel programma unitario del centrodestra non fanno invece nessun riferimento esplicito al salario minimo. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’aula della Camera per il suo primo Premier question time, tenutosi lo scorso marzo, tuttavia ha bocciato l’istituzione di un salario minimo, spiegando che il Governo sta elaborando altre soluzioni per garantire retribuzioni dignitose ai lavoratori.