Reddito di Cittadinanza. Cosa cambia dal 2023

REDDITO CITTADINANZA. COSA E'

Il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno al reddito per le famiglie in condizioni di povertà. Per richiederlo bisogna avere alcuni requisiti, tra cui un reddito familiare inferiore a una certa soglia e la disponibilità a lavorare o a formarsi.



QUALI SONO I REQUISITI PER RICHIEDERE IL REDDITO DI CITTADINANZA?

I requisiti per richiedere il reddito di cittadinanza sono di tipo economico, patrimoniale, di cittadinanza e di residenza. In sintesi, devi: essere cittadino italiano o europeo o lungo soggiornante e risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa; avere un ISEE inferiore a 9.360 euro annui; avere un patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non superiore a 30.000 euro; avere un patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il cittadino single, aumentato di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare fino a un massimo di 10.000 euro.

QUANDO VIENE SOSPESO IL REDDITO DI CITTADINANZA

La sospensione del reddito di cittadinanza può avvenire per diversi motivi, tra cui:

In caso di sospensione, l’INPS comunica la decisione al beneficiario tramite SMS o email.

COSA CAMBIA DAL 2023

La legge di Bilancio modifica diversi aspetti dalla normativa, riducendo ad esempio la durata di percezione per il prossimo anno e individuando dei nuovi obblighi per i percettori. Ma non è tutto: nel testo della manovra viene ufficialmente abrogato il Reddito di cittadinanza per il 2024, il quale dovrebbe essere sostituito da una nuova misura di cui al momento non sono stati discussi i dettagli. Regole più severe, quindi, nel 2023, anche perché alle novità introdotte dal testo della legge di Bilancio come approvata nelle scorse settimane dal consiglio dei Ministri vanno aggiunte quelle previste dai vari emendamenti presentati alla manovra. Come ad esempio quello che stabilisce che nel 2023 se ne potrà godere per un massimo di 7 mensilità (anziché 8), o anche quello che obbliga i maggiorenni che non hanno concluso la scuola dell’obbligo a tornare in classe per conseguire perlomeno una qualifica triennale. E ancora, tra gli emendamenti alla legge di Bilancio 2023 va segnalato quello che riduce l’importo accreditato sulla carta, in quanto viene previsto che il contributo per l’affitto, fino a 280 euro al mese, non verrà più pagato alla famiglia bensì al locatore.

In sintesi tra le novità più importanti, ci sono: